Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 27 gennaio 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Nella sclerosi multipla l’esercizio della working memory migliora la prestazione cognitiva. Pochi studi di valutazione della riabilitazione cognitiva nella sclerosi multipla sono stati focalizzati sulla working memory (WM). Covey e colleghi hanno esaminato specificamente l’effetto di un programma di esercizio cognitivo consistente in 20 sessioni di esecuzione di un compito classico di WM (n-back) da parte di 12 pazienti e 12 volontari di controllo. I partecipanti sono stati studiati con batterie di test cognitivi e mediante il rilievo dei potenziali associati ad evento ERP (event-related potential). I risultati dimostrano, in questo piccolo campione, un significativo miglioramento della prestazione cognitiva e dei parametri elettrofisiologici degli ERP, suggerendo una maggiore applicazione di questo genere di esercizi nella sclerosi multipla. [Convey T. J., et al. Mult Scler J Exp Transl Clin. 4 (1): 2055217317747626, Jan 11, 2018].

 

Alterazioni del sistema endocannabinoide nel Parkinson e nuove ipotesi di trattamento. L’espressione genica del recettore prevalente nel cervello CB1, dell’isoforma A del recettore CB2 (CB2Ar) e della monoacilglicerolo lipasi (MAGL) è alterata nella substantia nigra e nel putamen dei pazienti affetti da malattia di Parkinson, in concomitanza con altri dati immunoistochimici che suggeriscono una stretta correlazione con i processi neuropatologici noti. Si ipotizza, pertanto, la modulazione di queste molecole quale nuova strategia terapeutica. [Cfr. Navarrete F., et al. Neurotherapeutics – AOP doi: 10.1007/s13311-018-0603-x, Jan 19, 2018].

 

Stagionalità dei sintomi depressivi rilevata nella donne e non negli uomini. In uno studio su oltre 150.000 partecipanti (UK biobank cohort), Lyall e colleghi dell’Università di Glasgow hanno valutato la ricorrenza periodica di sintomi depressivi quali l’anedonia e il basso tono dell’umore, rilevando solo nelle donne un’evidente stagionalità legata alla durata dell’illuminazione diurna e non indipendente dalla temperatura esterna. [Lyall L. M., et al. J Affect Disord., 229: 296-305, 2018].

 

Valutazione della stimolazione cerebrale profonda (DBS) nella sindrome di Tourette affine al disturbo ossessivo-compulsivo. “The International Tourette Syndrome Deep Brain Stimulation Public Database and Registry” ha promosso uno studio molto esteso, con la partecipazione di oltre quaranta istituti internazionali e 185 pazienti affetti dalla sindrome di Tourette (v. Note e Notizie 13-01-18 Correlati fMRI del disturbo ossessivo-compulsivo), per fare un primo bilancio della DBS, ossia del trattamento di stimolazione mediante elettrodi impiantati nel cervello. La verifica ha evidenziato significativi miglioramenti, gravati però nel 35% dei casi da effetti collaterali, a volte anche gravi: emorragie intracraniche nell’1,3% dei casi; infezioni nel 3,2%; disartria nel 6,3%; parestesie nell’8%.

Il nostro commento è che una terapia tanto invasiva richiederebbe un’assoluta sicurezza: è inaccettabile il rischio se pur basso di emorragie cerebrali o infezioni; ma anche incorrere in disartria e parestesie, senza contare il rischio di espianto che comporta la ripetizione dell’intervento neurochirurgico, sembra eccessivo nel paragone con i trattamenti psicoterapici, per i quali non si conoscono reali effetti collaterali. [Martinez-Ramirez D., et al. JAMA Neurol. AOP -  Jan 16, 2018].

 

Parkin: un gene studiato per la malattia di Parkinson è importante nel cancro. Considerato per oltre un decennio un gene neuroprotettore e conosciuto per il suo prodotto, una E3 ubiquitin-ligasi associata a una forma familiare di parkinsonismo giovanile a trasmissione autosomica recessiva, Parkin ha rivelato anche la natura di gene soppressore tumorale, implicato in numerose patologie oncologiche. Una recente rassegna propone i suoi differenti ruoli fisiologici, che vanno dall’apoptosi alla proliferazione cellulare. [Cfr. Wahabi K., et al. Mol Neurobiol. AOP – doi: 10.1007/s12035-018-0879-1, Jan 18, 2018].

 

Le variazioni nel sistema visivo delle femmine influiscono sulla percezione dei segnali dei maschi. Le variazioni nella produzione di segnali inviati a scopo riproduttivo dai maschi di varie specie animali sono state approfonditamente indagate, al fine di comprenderne il rilievo per la selezione sessuale. Al contrario, sono stati scarsamente studiati i processi di elaborazione di questi segnali da parte delle femmine. Ronald e colleghi hanno studiato nelle femmine di un uccello (Molothrus ater) l’elaborazione dei parametri cromatici necessaria ad apprezzare i segnali visivi, ed hanno scoperto che la variazione nei coni di densità e assorbimento, da femmina a femmina, può influire sulle scelte. [Cfr. Ronald K. L., et al. Biol Open 6 (12): 1771-1783, Dec 15, 2017].

 

Come sono percepiti i membri finti della propria specie da animali semplici. Il riconoscimento di esemplari artificiali conspecifici è stato studiato nel drago barbuto (Pogona vitticeps), un rettile dei sauri appartenente al sottordine delle iguane e alla famiglia delle Agamidae, caratterizzato in entrambi i sessi da spine all’altezza della gola (barba), che possono essere scurite, assumendo una tinta nerastra, per spaventare gli avversari. La valutazione visiva avviene grazie a un particolare uso dell’occhio lateralizzato, che rileva il colore, la presenza di occhi, la forma del corpo e il movimento dell’animale finto, con modalità che nei maschi sono diverse da quelle delle femmine. Il particolare uso dell’occhio è differente anche in rapporto al comportamento motorio del modello robotico impiegato. [Frohnwieser A., et al. Integr Zool. Jan 9, 2018].

 

I danni nei figli per la cannabis fumata dai genitori in una discussione di BM&L-Italia. La discussione ha preso le mosse da uno studio condotto da ricercatori del Mount Sinai Hospital di New York e pubblicato alla fine del 2016. Gli autori dello studio avevano in precedenza dimostrato che l’esposizione in età adolescenziale al THC (Δ9-tetraidrocannabinolo), il principale principio psicoattivo dei derivati della cannabis (Cannabis sativa, Cannabis indica) maggiormente assunti (hashish, marijuana, ecc.), agiva sulla prole mai esposta alla sostanza durante tutta la vita, ed incideva in maniera significativa sul comportamento legato alla ricompensa e sull’espressione genica nei neuroni dello striato. Quel lavoro era stato focalizzato sulla prole di sesso maschile; lo studio proposto alla discussione ha esteso l’osservazione a specifiche aberrazioni del cervello femminile associate all’esposizione genitoriale al THC. Considerando l’impatto dello sviluppo adolescenziale sulla patologia comportamentale dell’età adulta, Szutorisz e colleghi hanno esaminato i pattern molecolari durante l’adolescenza e l’età adulta. I risultati hanno rivelato, in entrambi i sessi, uno spostamento delle alterazioni dell’espressione genica associate alla plasticità sinaptica, dallo striato ventrale allo striato dorsale. Nel sesso femminile, oltre ad evidenziarsi pattern di correlazione fra geni più forti di quelli maschili, si rilevavano marcati disturbi della locomozione non osservati o poco evidenti nei maschi. Questo studio sembra provare in maniera convincente che l’assunzione di cannabis può causare effetti dannosi sul cervello dei figli di entrambi i sessi, fugando ogni dubbio circa la presunta “immunità” del sesso femminile, che appare invece più colpito, considerando la patologia neuromotoria. [Szutorisz H., et al. Neurotoxicol Teratol. 58: 107-114, Nov - Dec. 2016].

Vari altri studi che documentano specifici danni molecolari, cellulari e dei sistemi neuronici cerebrali (particolarmente del reward system), accanto ad esperienze di clinica psichiatrica, sono stati proposti quali contributi alla riflessione comune.

Considerando che il THC disturba la regolazione naturale del sistema fisiologico degli endocannabinoidi anandamide e 2-AG, legandosi ai loro recettori CB1 presinaptici, i soci di BM&L-Italia hanno provato, con l’aiuto di molti studi recenti, a ricostruire alcune delle probabili alterazioni molecolari che conducono ai danni diretti nel cervello degli assuntori, e anche a quelli rilevati nella prole.

[Si ricorda ai visitatori del sito che, a partire da “Cannabinoidi e abuso di cannabis” nella sezione “AGGIORNAMENTI”, sono numerosissimi gli articoli dedicati all’argomento e, in particolare, le recensioni di molti interessanti lavori pubblicate tra le “NOTE E NOTIZIE”].

 

Notule

BM&L-27 gennaio 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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